Ci sono momenti in cui agli occhi dei contemporanei, certe storie assumono i connotati del mito, tanto sono inattuali al giorno d’oggi.
Non fa eccezione il mondo del giocattolo e della sua imprenditoria dove non mancano illustri sconosciuti che nella loro vita, fortunosamente, hanno contribuito a crerarne la storia, una storia minore ma forse proprio per questo molto interessante.
Eccoci allora a Jim Russel, (Esiste un Jim omonimo, più famoso, pilota e fondatore di una scuola di guida, ma no è lui) consulente aziendale a Los Angeles nei primi anni ’60 del secolo scorso.
Nel tempo libero, conosce un nuovo passatempo: si chiama slot car, piccole macchine elettriche che corrono seguendo un binario (slot) incastonato nella pista.
Se ne innamora e decide di entrare in affari: Nel 1963 il Wall Street Journal riportava che il mercato dei modelli di auto da corsa valeva 100 milioni di dollari. Nel 1965 vi erano negli Stati Uniti più locali commerciali con piste slot car che piste da bowling.
Fonda la RussKit, l’azienda dove produce e commercializza i suoi modelli e componenti: i motori, le carrozzerie, gli organi e component meccanici ed elettrici, ed anche un prodotto per salvaguardia delle carrozzerie, la pellicola “Russ-Coat” che protegge dai graffi provocati nelle gare.
Jim fa i soldi. Va in giro per gli States, creando una vera e propria squadra di piloti: Mike Morrisey, che era il “Capitano”, Rick Durkee, Ron Quintana e Len Vucci. Ne fa abbastanza da riuscire a sponsorizzare auto da corsa in scala reale.
Una squadra Porsche composto da due Carrera 6 guidate da Ken Miles e “Scooter” Patrick, che hanno vinto il CSPRRC ( Champion Spark Plug Road Racing Classic), una Lola T-70 guidata da Ronnie Bucknum ed infine una Cobra Daytona Coupè, la primo costruito da Shelby e l’unica costruita negli Stati Uniti.
Ma siamo al canto del cigno, nel 1969 cala verticalmente il mercato, chiude la russelKit e Jim viene assunto da Aurora Plastics dove ha lavorato per loro molti anni, come responsabile per la linea AFX auto modello da corsa in scala HO.
Jim ci ha lasciati nel 2010. Ha fatto in tempo a rivedere la rinascita del mercato slot e a ricevere l’apprezzamento dovuto del suo lavoro e della sua figura.
Oggi che il Mekering, i FabLAb, la robotica di consumo e il rinnovato interesse verso i giochi “fisici” di abilità e costruzione creano un nuovo terreno di gioco, può essere che un nuovo Jim si faccia largo.